Punti chiave
- L’idrossiclorochina è un farmaco antimalarico che è stato testato per il COVID‑19, ma le evidenze sono inconcludenti.
- Le alternative più usate includono azitromicina, remdesivir, ivermectina, molnupiravir e paxlovid (nirmatrelvir+ritonavir).
- Ogni opzione ha un diverso meccanismo d’azione, profilo di sicurezza e stato regolatorio.
- Scelta del trattamento dipende da gravità della malattia, comorbidità del paziente e disponibilità del farmaco.
- Gli effetti collaterali più frequenti dell’idrossiclorochina sono problemi cardiaci e disturbi gastrointestinali.
Idrossiclorochina: definizione e uso
Quando si parla di idrossiclorochina è un farmaco antimalarico sviluppato negli anni ’50, ora usato anche per patologie autoimmuni come lupus ed artrite reumatoide. Il suo meccanismo d’azione consiste nel modificare il pH del lisosoma, interferendo con la replica virale in vitro. Durante la prima fase della pandemia ha attirato molta attenzione, ma studi randomizzati hanno mostrato benefici minimi o nulli nei pazienti con COVID‑19.
Principali alternative terapeutiche
Di seguito le alternative più discusse, ciascuna presentata con i relativi attributi chiave.
- Azitromicina è un antibiotico macrolide che possiede proprietà immunomodulanti; è stato usato in combinazione con idrossiclorochina ma evidenze di efficacia contro il virus sono deboli.
- Remdesivir è un antivirale nucleotidico approvato per forme moderate‑severe di COVID‑19; inibisce la RNA‑dipendente RNA polimerasi virale.
- Ivermectina è un antiparassitario con attività in vitro contro diversi coronavirus; studi clinici hanno dato risultati contrastanti e la sua approvazione varia per paese.
- Molnupiravir è un agente antivirale orale che introduce errori nella replicazione dell’RNA virale; autorizzato in alcuni paesi per pazienti ad alto rischio non ospedalizzati.
- Paxlovid (nirmatrelvir+ritonavir) è un trattamento orale con forte evidenza di riduzione delle ospedalizzazioni; agisce come inibitore della proteasi virale.
- Dexametazone è un corticosteroide usato per modulare la risposta infiammatoria nei casi gravi; non è antivirale ma ha dimostrato beneficio clinico.

Confronto tabellare delle opzioni
Farmaco | Meccanismo d'azione | Indicazioni approvate | Evidenza contro COVID‑19 | Effetti collaterali più frequenti | Stato regolatorio (2025) |
---|---|---|---|---|---|
Idrossiclorochina | Alcalinizzazione del lisosoma, blocco della fusione virale | Malaria, lupus, artrite reumatoide | Studi clinici grandi senza beneficio significativo | QT prolungato, nausea, diarrea | Uso off‑label in alcuni paesi, non raccomandata da WHO |
Azitromicina | Inibizione della sintesi proteica batterica, modulazione immunitaria | Infezioni batteriche respiratorie | Beneficio incerto, raccomandata solo se co‑infezione batterica | Disturbi gastrointestinali, prolungamento QT | Off‑label per COVID‑19 in pochi protocolli |
Remdesivir | Inibitore della RNA‑polimerasi virale | COVID‑19 moderato‑severo, approvato FDA/EMA | Riduzione moderata della durata della malattia | Elevazione transaminasi, nausea | Disponibile IV in ospedale |
Ivermectina | Modulazione di canali ionici, inibizione importazione nucleare | Parassitosi intestinali, rosacea | Studi piccoli e contraddittori, non raccomandata dalle autorità principali | Disturbi neurologici rari, rash | Uso limitato a studi clinici in alcuni paesi |
Molnupiravir | Induzione di mutazioni errori nell'RNA virale | COVID‑19 non ospedalizzato ad alto rischio | Riduzione ~30% del rischio di ospedalizzazione in studi clinici | Diuresi, nausea, mal di testa | Autorizzato in UK, USA, UE limitatamente |
Paxlovid | Inibitore della proteasi 3CLpro + ritonavir per aumentare la durata | COVID‑19 non ospedalizzato ad alto rischio | Riduzione ~89% del rischio di ospedalizzazione/morte | Alterazioni gusto, diarrea, interazioni farmacologiche | Autorizzato in UE, USA, Canada |
Dexametazone | Corticosteroide anti‑infiammatorio | Infiammazioni gravi, condizioni autoimmuni | Beneficio dimostrato in pazienti con sintomi severi | Ipertensione, iperglicemia, soppressione immunitaria | Parte standard di protocolli ospedalieri |
Come scegliere il trattamento più adatto
La decisione non è mai “una taglia per tutti”. Ecco i criteri più utili:
- Gravità clinica: i pazienti ospedalizzati di solito ricevono remdesivir o dexametazone; i casi lievi possono optare per paxlovid o molnupiravir.
- Presenza di comorbidità: problemi cardiaci rendono l’idrossiclorochina rischiosa a causa del QT prolungato.
- Interazioni farmacologiche: pazienti con terapia anticoagulante o antiaritmici devono evitare l’azitromicina in combinazione.
- Disponibilità locale: in molte regioni europee paxlovid è la prima scelta per pazienti ad alto rischio.
- Tempistica: i farmaci orali (paxlovid, molnupiravir) sono più efficaci se iniziati entro 5 giorni dall’inizio dei sintomi.
Un medico dovrebbe valutare tutti questi fattori e, se possibile, basare la scelta su linee guida nazionali aggiornate.

Avvertenze comuni e interazioni
L’idrossiclorochina, pur avendo un profilo di sicurezza ben documentato in patologie autoimmuni, può interagire con:
- Farmaci che prolungano l’intervallo QT (es. amiodarone, alcuni antipsicotici).
- Anticoagulanti, poiché la terapia combinata può aumentare il rischio emorragico.
- Integratori di ferro o antacidi, che riducono l’assorbimento orale.
Altre alternative mostrano anch’esse rischi specifici: il ritonavir di paxlovid è noto per le numerose interazioni via CYP3A4, mentre l’azitromicina può provocare diarrea e, in soggetti predisposti, colite pseudomembranosa.
Prospettive future
Le ricerche attuali puntano verso combinazioni mirate di antivirali con modulatori immunitari. Farmaci di nuova generazione, come gli inibitori della proteasi a spettro più ampio, potrebbero ridurre la necessità di ricorrere a opzioni meno specifiche come l’idrossiclorochina. Fino ad allora, la medicina basata sull’evidenza resta il faro per decidere quale terapia usare.
Domande frequenti
L’idrossiclorochina è ancora consigliata per il COVID‑19?
Secondo le linee guida WHO e CDC del 2024, non è raccomandata per il trattamento del COVID‑19 a causa della mancanza di benefici clinici dimostrati e dei rischi cardiaci.
Qual è la differenza principale tra paxlovid e molnupiravir?
Paxlovid combina un inibitore della proteasi virale (nirmatrelvir) con ritonavir per aumentare la durata, mostrando una riduzione dell’89% di ospedalizzazioni. Molnupiravir induce errori nell’RNA virale e riduce il rischio di ospedalizzazione di circa il 30%.
Posso usare l’azitromicina da sola contro il coronavirus?
No. L’azitromicina è efficace solo contro batteri; gli studi non hanno mostrato un beneficio significativo contro il virus se usata in monoterapia.
Ci sono popolazioni a cui l’idrossiclorochina è assolutamente controindicata?
Sì, pazienti con storia di aritmie, problemi cardiaci preesistenti o che assumono altri farmaci che prolungano il QT dovrebbero evitarla.
Qual è il momento migliore per iniziare un antivirale orale?
Idealmente entro i primi 5 giorni dall’inizio dei sintomi, perché l’efficacia diminuisce quando la malattia è già avanzata.