Malattia di Paget e perdita dell'udito: cause, sintomi e trattamenti

Malattia di Paget e perdita dell'udito: cause, sintomi e trattamenti

La Malattia di Paget è una patologia ossea caratterizzata da una crescita anomala dei osteoclasti e una successiva formazione disorganizzata di osteoblasti. Quando la malattia coinvolge il cranio, può comprimere strutture delicate dell’orecchio interno e medio, portando a perdita dell'udito. Questo articolo spiega come le due condizioni si influenzano a vicenda, quali segnali osservare e quali trattamenti sono disponibili.

Cos'è la Malattia di Paget

Scoperta da Sir James Paget nel 1877, la Malattia di Paget colpisce circa 1 su 2.000 adulti, con una prevalenza più alta negli over 60. La patologia si sviluppa in tre fasi: (1) riassorbimento rapido da parte degli osteoclasti, (2) ricostruzione disordinata con osteoblasti, (3) stabilizzazione con osso più denso ma fragile. I sintomi più comuni includono dolore osseo, deformità scheletriche e, se il cranio è interessato, sintomi neurologici.

  • Dolore cronico al cranio o alla mascella
  • Gonfiore della fronte o del cuoio capelluto
  • Disturbi del sonno dovuti al dolore

L’identificazione precoce è fondamentale perché la terapia con bisfosfonati può arrestare l’attività osteoclastica e ridurre le complicanze.

Come la Malattia di Paget colpisce l'udito

Quando il cranio è coinvolto, le anomalie ossee possono comprimere il canale uditivo, la coclea o il nervo vestibolococleare. La compressione provoca:

  • Conductive hearing loss - perdita di conduzione a causa di alterazioni dell’orecchio medio
  • Sensorineural hearing loss - danno alla coclea o al nervo.

Studi epidemiologici recenti (2023, rivista "Osteology International") mostrano che il 30‑40% dei pazienti con coinvolgimento cranico presenta una perdita dell'udito di grado moderato o grave, rispetto al 5‑10% nella popolazione generale. La perdita può comparire in modo graduale, spesso mascherata da invecchiamento.

Altri sintomi otologici includono acufeni (fischi), vertigini e raramente secrezione otorragea se le ossa dell’orecchio medio sono coinvolte.

Diagnosi e strumenti di valutazione

Un approccio diagnostico multidisciplinare è consigliato. Prima di tutto, il medico di base può richiedere un esame del sangue per i marcatori di turnover osseo (fosfatasi alcalina). Se i valori sono elevati, si procede con imaging e valutazione audiologica.

  1. Radiografia cranica: mostra ispessimenti ossei, «pietre bianche» e deformità del cranio.
  2. TC (tomografia computerizzata): evidenzia la densità aumentata e la possibile compressione del canale uditivo.
  3. RM (risonanza magnetica): utile per valutare il nervo vestibolococleare e le strutture molli.
  4. Audiometria tonale: quantifica il grado di perdita e distingue tra conduttiva e neurosensoriale.
  5. Impedenzometria: verifica la mobilità della catena ossiculare.

Questi test permettono di classificare la perdita e di pianificare un intervento mirato.

Vista semplificata dell'orecchio interno compresso da osso spesso di colore arancione.

Opzioni di trattamento per la perdita uditiva

Il trattamento si divide in due macro‑aree: gestione della patologia ossea di base e correzione della perdita uditiva.

Gestione della Malattia di Paget

  • Bisfosfonati (es. alendronato, risedronato) - inibiscono gli osteoclasti, riducono la fosfatasi alcalina e stabilizzano l’osso.
  • Monitoraggio periodico dei marcatori ossei per valutare l’efficacia.
  • In rari casi, chirurgia decompresiva del nervo uditivo.

Correzione della perdita uditiva

  • Apparecchi acustici: la prima linea se la perdita è di tipo sensorineurale.
  • Ventilazione dell’orecchio medio (tube di ventilazione) quando la compressione provoca otite media cronica.
  • Implanti cocleari: riservati a casi di perdita profonda non migliorabile con apparecchi tradizionali.

Un audiologo e un otorinolaringoiatra esperto in neurootologia dovrebbero collaborare per definire il piano più adatto.

Strategie di prevenzione e follow‑up

Poiché la Malattia di Paget è progressiva, è cruciale un monitoraggio regolare. Si raccomanda:

  • Controlli ematici ogni 6‑12 mesi per fosfatasi alcalina.
  • Valutazione audiometrica annuale se sono coinvolti i cranio o le ossa temporali.
  • Imaging (TC o RM) ogni 2‑3 anni per verificare eventuali cambiamenti strutturali.
  • Educazione del paziente su sintomi di emergenza: improvvisa perdita dell'udito, vertigini severe o dolore acuto.

Un approccio proattivo permette di intervenire prima che la compressione ossea causi danni irreversibili al nervo uditivo.

Scena di visita medica con dottore, audiologo, scansione ossea e apparecchio acustico.

Tabella comparativa: incidenza perdita uditiva

Incidenza della perdita uditiva nella popolazione generale vs pazienti con Malattia di Paget (dati 2023)
Gruppo Perdita uditiva moderata o grave Percentuale di acufeni
Popolazione generale (>60 anni) 8% 12%
Pazienti con Malattia di Paget e coinvolgimento cranico 35% 28%

Domande frequenti

Domande frequenti

La perdita uditiva legata alla Malattia di Paget è reversibile?

Se la perdita è causata da compressione ossea, un trattamento tempestivo con bisfosfonati può arrestare l’avanzamento e, in alcuni casi, migliorare la soglia uditiva. Tuttavia, danni consolidati al nervo cochleare sono spesso irreversibili, perciò è fondamentale intervenire subito.

Quali esami diagnostici devo fare se sospetto la Malattia di Paget?

Il punto di partenza è la misurazione della fosfatasi alcalina nel sangue. Se elevata, segue radiografia del cranio, TC o RM per valutare le alterazioni ossee, e un esame audiometrico completo per definire la tipologia di perdita uditiva.

Posso prendere bisfosfonati se ho problemi renali?

Le bisfosfonati sono controindicate in caso di insufficienza renale grave. In queste situazioni il medico può valutare alternative come il pamidronato per via endovenosa o considerare la chirurgia selettiva.

Qual è la frequenza consigliata per i controlli audiometrici?

Per i pazienti con coinvolgimento cranico, si raccomanda un’audiometria almeno una volta all’anno. Se la perdita peggiora, il follow‑up può diventare semestrale.

Esistono preventivi dietetici per la Malattia di Paget?

Una dieta ricca di calcio e vitamina D è utile per la salute ossea generale, ma non influisce direttamente sul ciclo osteoclastico anomalo della Malattia di Paget. L’intervento farmacologico resta la base terapeutica.

Commenti (12)

  1. Anna Stoefen
    Anna Stoefen ottobre 18, 2025

    Ottimo approfondimento sulla Malattia di Paget e il suo impatto sull'udito. Hai spiegato bene i vari stadi della patologia e perché il monitoraggio è così cruciale. Anche il collegamento con i bisfosfonati è chiaro e utile per chi legge. Grazie per aver messo insieme dati clinici e consigli pratici.

  2. Daniele Cornia
    Daniele Cornia ottobre 18, 2025

    concordo, ma aggiungerei che anche la risonanza magenetica è importante per valutare il nervo vestibolo‑cocleare quando i sintomi peggiorano rapidamente.

  3. Sable Martino
    Sable Martino ottobre 18, 2025

    La cosa è più semplice di quel che pare.

  4. Eleonora Dominijanni Violoncello
    Eleonora Dominijanni Violoncello ottobre 18, 2025

    Ah, certo, perché tutti noi abbiamo subito una compressione ossea così drammatica da richiedere un cerotto magico. In realtà, è bastato un po' di attenzione e un follow‑up regolare per evitare quegli acufeni da “concerto di metalli”. Se non ti piace l'idea di sentirti come un vecchio giradischi, fai gli esami.

  5. Leonardo D'Agostino
    Leonardo D'Agostino ottobre 18, 2025

    È evidente che il nostro sistema sanitario dovrebbe garantire controlli più frequenti per i pazienti italiani con Paget, invece di lasciarli a vagare tra lungaggini burocratiche. La salute delle nostre ossa è un bene nazionale e merita priorità.

  6. GIOVANNI ZAMBON
    GIOVANNI ZAMBON ottobre 18, 2025

    Dai, non aspettare che la perdita peggiori: prenota subito l’audiometria e tieni sotto controllo la fosfatasi.

  7. STEFANIA PANAGIOTIDOU
    STEFANIA PANAGIOTIDOU ottobre 18, 2025

    Che meraviglia di articolo, un vero turbinio di informazioni che spazzano via i dubbi come un tornado primaverile sulla campagna toscana. Abbiamo bisogno di più pezzi del genere, altrimenti la gente resta al buio.

  8. Ries Pia
    Ries Pia ottobre 18, 2025

    Insomma, se la medicina fosse un drama televisivo, questo sarebbe il finale di stagione: tutti "sconvolti" ma senza alcuna soluzione concreta, solo qualche consiglio da rivista di benessere.

  9. Francesca Verrico
    Francesca Verrico ottobre 18, 2025

    Apprezzo la chiarezza dei punti elencati, soprattutto le raccomandazioni sui controlli ematici e le visite audiometriche annuali. Trovo utile la suddivisione tra gestione ossea e correzione uditiva.

  10. Seth Donato
    Seth Donato ottobre 18, 2025

    Non basta leggere, bisogna agire subito, altrimenti si rimane senza speranze.

  11. Massimo Leva
    Massimo Leva ottobre 18, 2025

    La complessità della Malattia di Paget risiede non solo nella sua presentazione clinica, ma anche nelle molteplici implicazioni sistemiche che ne derivano. In primo luogo, la rinnovata attività osteoclastica provoca un marcato aumento della fosfatasi alcalina, parametro che dovrebbe essere monitorato con rigore. In secondo luogo, la compressione delle strutture dell’orecchio medio e interno può condurre a una perdita uditiva che, se non riconosciuta, sfocia in una disabilità permanente. È perciò fondamentale che l’oncologo, l’ortopedico e l’otorinolaringoiatra collaborino sin dal momento della diagnosi. Un approccio multidisciplinare permette di coordinare l’uso dei bisfosfonati con le valutazioni audiometriche periodiche. Inoltre, la tomografia computerizzata fornisce una visualizzazione dettagliata dell’entità della compressione ossea, guidando eventuali interventi chirurgici decompensivi. L’impiego di audiometri tonali consente di distinguere con precisione tra perdita di conduzione e neuro‑sensoriale, informando così la scelta tra apparecchi acustici o impianti cocleari. È altresì consigliabile effettuare l’impedenziometria per verificare la mobilità della catena ossiculare, soprattutto in presenza di otite ricorrente. Un programma di follow‑up che includa esami ematici semestrali, imaging triennale e audiometria annuale riduce significativamente il rischio di evoluzione verso forme più gravi. Non si deve dimenticare l’importanza dell’educazione al paziente, che deve riconoscere i segnali di allarme quali vertigini improvvise o perdita uditiva rapida. Il supporto psicologico può inoltre alleviare l’ansia derivante dalla consapevolezza di una condizione cronica. Infine, una dieta adeguata di calcio e vitamina D supporta la salute dell’apparato scheletrico, sebbene non modifichi il ritmo della patologia. Le linee guida internazionali suggeriscono inoltre di valutare la densità ossea mediante DEXA almeno una volta all’anno. In sintesi, la gestione ottimale della Paget richiede vigilanza costante, collaborazione specialistica e una comunicazione chiara con il paziente. Solo così è possibile preservare la funzionalità uditiva e migliorare la qualità della vita.

  12. Tracy O'Keeffe
    Tracy O'Keeffe ottobre 18, 2025

    Ma davvero, tutti questi numeri e linee guida sono solo una sceneggiatura per farci sentire importanti. Io credo che la vita si curi con un po' di sole, una tazza di tè e, se servono, un paio di cuffie nuovo di zecca. Perché aspettare un DEXA o un bisfosfonato quando la musica può mascherare il ronzio? Sinceramente, a volte il medesimo "monitoraggio" è solo un modo per riempire il tempo del burocrati. Scherzi a parte, l'idea di dover fare mille esami è quasi poetica, ma non è certo la soluzione migliore.

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