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Se hai preso una statina per abbassare il colesterolo, ti sarai chiesto: questo farmaco fa male al fegato? La risposta non è semplice, ma è importante: per la stragrande maggioranza delle persone, no. Eppure, molti smettono di prenderle per paura di un aumento degli enzimi epatici. Ecco cosa davvero succede.
Cosa significa aumentare gli enzimi epatici?
Quando i medici parlano di "aumento degli enzimi epatici", si riferiscono soprattutto a due sostanze: l'ALT (alanina aminotransferasi) e l'AST (aspartato aminotransferasi). Questi enzimi sono normalmente dentro le cellule del fegato. Se il fegato è danneggiato, questi enzimi fuoriescono nel sangue e si misurano con un semplice esame del sangue.
Un valore leggermente più alto del normale non vuol dire che il fegato è rotto. Anzi, negli studi su milioni di pazienti, solo lo 0,5-2% di chi assume statine ha un aumento superiore a tre volte il limite superiore del normale. E anche in questi casi, spesso non c’è alcun danno reale. Il fegato è un organo molto resistente. Un piccolo aumento degli enzimi non è un’emergenza. È un segnale, non un colpo di grazia.
Le statine fanno davvero male al fegato?
No. Non nel modo in cui molti pensano. La Food and Drug Administration (FDA) ha chiarito nel 2012 che il rischio di danni epatici gravi da statine è estremamente basso: meno di 1 caso ogni 10.000 pazienti all’anno. Tra il 1990 e il 2020, su 20 milioni di anni-paziente (cioè 20 milioni di persone che hanno preso statine per un anno ciascuna), sono stati registrati solo 32 casi di insufficienza epatica acuta causata da statine.
Per confronto: il rischio di infarto o ictus senza statine è molto più alto. Se hai un colesterolo alto e un rischio cardiovascolare, prendere una statina ti salva la vita. Il numero di persone che devono prendere una statina per prevenire un evento cardiovascolare grave è di 39. Il numero di persone che devono prenderla per causare un danno epatico significativo è di 1.000. I benefici superano di gran lunga i rischi.
Perché allora aumentano gli enzimi?
La risposta è complessa. Le statine entrano nelle cellule del fegato e bloccano un enzima chiamato HMG-CoA reduttasi, per ridurre la produzione di colesterolo. Ma questo processo ha un effetto collaterale: può stressare i mitocondri, le centrali energetiche delle cellule. Questo stress può far fuoriuscire un po’ di enzimi nel sangue, senza che la cellula muoia.
Alcune statine sono più "lipofile" (si dissolvono nei grassi), come simvastatina e atorvastatina. Queste penetrano più facilmente nelle cellule epatiche e hanno un rischio leggermente più alto di aumentare gli enzimi. Altre, come pravastatina e rosuvastatina, sono "idrofile" (si dissolvono nell’acqua) e hanno un profilo molto più sicuro. Se hai un aumento degli enzimi, cambiare statina può risolvere il problema.
Altri fattori influenzano il rischio: l’età (sopra i 75 anni), la funzione renale ridotta, l’uso di altri farmaci che interferiscono con il metabolismo (come antibiotici o antifungini), e una variante genetica chiamata SLCO1B1 *521T>C. Questa variante rende alcune persone più sensibili. Ma non è comune. Solo il 15-20% della popolazione la possiede.
Cosa fanno i medici quando vedono un aumento degli enzimi?
Prima di iniziare una statina, il medico fa un esame del fegato. Se i valori sono già alti, cerca la causa: alcol, sovrappeso, epatite virale, diabete. Non è la statina la colpevole. Anzi, uno studio del 2021 ha mostrato che le persone con steatosi epatica non alcolica (NAFLD) hanno un rischio di aumento degli enzimi minore rispetto a chi ha il fegato sano. Le statine, in questi casi, possono persino migliorare la salute del fegato.
Se dopo qualche mese l’ALT o l’AST sale di poco - diciamo da 30 a 80 U/L - e non ci sono sintomi (niente ittero, stanchezza, dolore addominale), il consiglio è: continua la statina. Ripeti l’esame tra 4-6 settimane. Spesso torna normale da solo. Non serve interrompere la terapia.
Solo se i valori superano tre volte il limite superiore del normale (es. ALT > 120 U/L se il limite è 40), si consiglia di sospendere temporaneamente la statina. Ma non per sempre. Dopo che i valori tornano normali, si può riprovare con una statina diversa, a dose più bassa. La maggior parte dei pazienti tollera bene il riavvio.
Perché tanta paura?
La paura non viene dai dati. Viene dai messaggi sbagliati. Molti medici, purtroppo, ancora ordinano controlli del fegato ogni 6 mesi, anche se le linee guida internazionali (FDA, ACC, AHA) dicono che non serve. Questo crea un circolo vizioso: il paziente fa l’esame, vede un valore leggermente alto, si spaventa, e smette la statina.
Uno studio del sistema sanitario statunitense ha mostrato che il 18,7% delle interruzioni delle statine è dovuto solo a questo. E tra questi pazienti, il 5% ha avuto un infarto o un ictus entro 18 mesi. Il fegato non li ha uccisi. Il colesterolo alto sì.
Le discussioni su Reddit o i gruppi Facebook sono pieni di storie di persone che hanno avuto un aumento di ALT da 28 a 142 e hanno cambiato statina. Sono storie vere. Ma sono casi isolati. Non sono la regola. E spesso, dopo il cambio, i valori tornano normali e la persona vive bene per anni.
Cosa devi fare se prendi una statina?
- Fai l’esame del fegato prima di iniziare. È l’unico che serve.
 - Non fare controlli regolari a meno che non ti senti male (giallo della pelle, urine scure, dolore addominale, stanchezza estrema).
 - Se il tuo medico ti dice che gli enzimi sono alti, chiedi: "Quanto sono alti?" e "C’è un motivo per cui potrebbero essere alti prima di iniziare la statina?"
 - Se il valore è sotto 3x il limite normale, non smettere. Aspetta 4-6 settimane e ripeti l’esame.
 - Se il valore è sopra 3x, parla con il tuo medico di cambiare statina. La pravastatina o la rosuvastatina sono ottime alternative.
 - Non prendere integratori di coenzima Q10 pensando che ti proteggerà. Non ci sono prove che funzioni per prevenire l’aumento degli enzimi.
 
Le nuove frontiere
Ora esiste un test genetico, chiamato StatinSafety Plus, che analizza la variante SLCO1B1. Può dire se sei a rischio più alto. Ma non è necessario per tutti. Serve solo se prendi una dose alta di statina e hai già problemi al fegato. Il costo non vale il beneficio per la maggior parte.
Alcuni studi stanno testando se integrare la statina con antiossidanti o altri composti possa ridurre lo stress epatico. Ma per ora, la soluzione più efficace è semplice: scegliere la statina giusta, non smettere per paura, e ascoltare i dati, non i rumori.
Conclusione: non abbandonare la statina per un esame del sangue
Le statine sono il farmaco più studiato, più usato e più efficace per prevenire infarti e ictus. L’aumento degli enzimi epatici è un fenomeno comune, ma raramente pericoloso. È un segnale di attenzione, non una sentenza. La paura di danni al fegato ha fatto più danni della statina stessa.
Se hai il colesterolo alto, se hai un rischio cardiovascolare, se hai avuto un infarto, le statine ti salvano la vita. Non lasciare che un valore nel sangue ti faccia rinunciare a questo beneficio. Parla con il tuo medico. Chiedi spiegazioni. Non ti fermare per un errore di interpretazione.
Il tuo fegato è più forte di quello che pensi. E la tua salute cardiaca? È più preziosa di quanto tu possa immaginare.
L’aumento degli enzimi epatici significa che la statina mi sta danneggiando il fegato?
No. Un aumento leggero o moderato degli enzimi (sotto 3 volte il limite normale) è comune e raramente indica un danno reale. Il fegato rilascia questi enzimi in risposta a uno stress temporaneo, non perché è rotto. La maggior parte dei casi torna normale da solo, anche continuando la statina.
Devo fare controlli del fegato ogni 6 mesi se prendo una statina?
No. Le linee guida internazionali (FDA, ACC, AHA) dicono che non serve. Basta un esame prima di iniziare. Controlli regolari non prevengono danni seri e creano solo ansia inutile. Ripeti l’esame solo se hai sintomi o se il valore iniziale era già alto.
Se ho la steatosi epatica (fegato grasso), posso prendere le statine?
Sì, e dovresti. Le persone con fegato grasso hanno un rischio più basso di aumentare gli enzimi con le statine rispetto a chi ha il fegato sano. Inoltre, le statine possono ridurre l’infiammazione del fegato e migliorare la salute epatica a lungo termine.
Qual è la statina meno dannosa per il fegato?
Pravastatina e rosuvastatina sono le più sicure. Sono idrofile, non penetrano facilmente nelle cellule epatiche, e hanno il rischio più basso di aumentare gli enzimi. Se hai avuto un aumento con un’altra statina, cambiare in una di queste è la scelta migliore.
Se smetto la statina per un aumento degli enzimi, rischio un infarto?
Sì, molto di più di quanto pensi. Uno studio ha mostrato che il 5% dei pazienti che hanno smesso la statina per un aumento degli enzimi ha avuto un infarto o un ictus entro 18 mesi. Il rischio cardiovascolare non scompare. Anzi, se non lo controlli, aumenta.