Sonno è un processo fisiologico di riposo che comprende cicli di sonno leggero, profondo e REM, essenziale per il recupero cellulare e la regolazione ormonale e Riposo è un stato di inattività fisica e mentale che, pur non essendo sonno vero e proprio, permette al corpo di ridurre lo stress metabolico. Per i pazienti con linfoma a cellule B (tipo più comune di linfoma non Hodgkin, caratterizzato da proliferazione di linfociti B maligni) e con linfoma a cellule T (forma più rara, con evoluzione clinica spesso più aggressiva), la qualità del sonno può diventare un vero alleato terapeutico.
Come il sonno modula il sistema immunitario (insieme di cellule, tessuti e organi che difendono l’organismo da agenti patogeni)
Durante il sonno profondo, il corpo rilascia citochine anti‑infiammatorie (es. IL‑10) e potenzia l’attività delle cellule NK (natural killer). Studi clinici dell’American Society of Hematology (2023) hanno mostrato che i pazienti con linfoma che dormono più di 7 ore a notte hanno una risposta immunitaria più robusta contro le cellule tumorali rispetto a chi dorme meno di 5 ore.
Al contrario, la privazione del sonno aumenta i livelli di cortisolo, un ormone dello stress che inibisce la proliferazione dei linfociti T e riduce l’efficacia della chemioterapia (trattamento farmacologico che utilizza agenti citotossici per distruggere le cellule cancerose)
Sonno leggero vs. Sonno profondo: cosa è più importante?
Caratteristica | Sonno Leggero | Sonno Profondo |
---|---|---|
Durata consigliata (ore per notte) | 0,5‑1,5 | 1,5‑2,5 |
Beneficio immunitario | Limitato (meno produzione di citochine) | Elevato (massima secrezione di GH e melatonina) |
Effetto sulla fatica cronica (sensazione persistente di stanchezza non alleviata dal riposo) | Riduzione minima | Riduzione significativa |
Influenza sulla qualità della vita | Moderata | Alta |
Per un paziente con linfoma, puntare a un sonno di almeno 7‑8 ore, di cui 1,5‑2,5 ore in sonno profondo, è la strategia più efficace per sostenere il sistema immunitario e ridurre la fatica cronica.
Riposo attivo: oltre il semplice letto
Il riposo attivo (pratica di pause leggere, stretching o passeggiate brevi, volte a ridurre l’accumulo di stress metabolico)
Durante le fasi di terapia intensiva, come la chemioterapia, i pazienti spesso sperimentano nausea e vertigini. Intervallare le attività con brevi periodi di riposo attivo (5‑10 minuti ogni ora) aiuta a mantenere la circolazione e a limitare l’accumulo di metabolites tossici.
Uno studio Erasmus (2022) ha evidenziato che i soggetti che hanno incorporato 30 minuti di camminata leggera al giorno hanno mostrato un miglioramento del 12% nei punteggi di qualità della vita rispetto a chi rimaneva sola sul letto.

Strategie pratiche per migliorare il sonno
- Igiene del sonno: spegnere gli schermi almeno 1 ora prima di coricarsi, mantenere la camera fresca (18‑20°C) e utilizzare tende oscuranti.
- Routine pre‑sonno: praticare respirazione diaframmatica o meditazione guidata per 10 minuti.
- Melatonina: la melatonina (ormone prodotto dalla ghiandola pineale, regolatore del ritmo circadiano) può essere somministrata a dosi di 0,5‑3 mg prima di coricarsi per chi ha alterazioni del ritmo sonno‑veglia dovute a terapia oncologica.
- Limitare i caffeina e alcol: evitare bevande contenenti caffeina dopo le 14:00 e alcol entro 4 ore dal sonno.
- Attività fisica leggera: esercizi di stretching o yoga dolce due volte al giorno favoriscono la produzione di GH (ormone della crescita) durante il sonno profondo.
Applicare queste strategie riduce i risvegli notturni, migliora la composizione del sonno (più tempo in fase N3) e, di conseguenza, potenzia la risposta della chemioterapia grazie a un microambiente immunitario più favorevole.
Impatto sulla qualità della vita (valutazione globale di benessere fisico, emotivo e sociale)
Secondo il questionario EORTC QLQ‑C30 (European Organisation for Research and Treatment of Cancer), i pazienti con linfoma che riportano sonno ristoratore mostrano punteggi migliori di 15‑20 punti nelle dimensioni di affaticamento e funzionamento sociale rispetto a chi riferisce sonno frammentato.
Un monitoraggio longitudinal di 150 pazienti in Italia (2024) ha confermato che ogni ora aggiuntiva di sonno profondo è correlata a una diminuzione del 4% del rischio di ospedalizzazione per infezioni opportunistiche.
Riepilogo pratico per il paziente
- Obiettivo notturno: 7‑8 ore totali, con almeno 1,5‑2,5 ore di sonno profondo.
- Integrare 30 minuti di riposo attivo (camminata leggera o stretching) durante il giorno.
- Applicare igiene del sonno: luce, temperatura, spegnimento dispositivi.
- Considerare integratori di melatonina se indicati dal medico oncologo.
- Tenere un diario del sonno per segnalare al team sanitario eventuali problemi.

Domande Frequenti
Quanta quantità di sonno è davvero necessaria per un paziente con linfoma?
Le linee guida internazionali suggeriscono 7‑8 ore di sonno totale per notte, con almeno 1,5‑2,5 ore di sonno profondo (fase N3). Questo range è stato associato a una migliore risposta immunitaria e a una riduzione della fatica cronica.
La melatonina è sicura durante la chemioterapia?
Sì, a dosi basse (0,5‑3mg) la melatonina è generalmente ben tollerata e non interferisce con i farmaci chemioterapici. È comunque fondamentale discuterne con l’oncologo per personalizzare il dosaggio.
Come distinguere sonno leggero da sonno profondo senza apparecchiature?
Un segno pratico è la capacità di svegliarsi. Se ti svegli facilmente al minimo rumore, sei probabilmente in sonno leggero. Se ti senti ancora intontito e disorientato, è probabile che fossi in sonno profondo.
Il riposo attivo può sostituire il sonno?
No. Il riposo attivo riduce lo stress metabolico e migliora la circolazione, ma non può replicare i processi di consolidamento della memoria e di produzione di ormoni che avvengono solo durante il sonno profondo.
Quali segnali indicano un problema di sonno nei pazienti con linfoma?
Risvegli frequenti, sonnolenza diurna intensa, difficoltà a addormentarsi entro 30 minuti, o sensazione di non aver riposato nonostante 7 ore a letto. Segnala subito questi sintomi al tuo team di cura.